Jacke La Furia, noto cantante e figlio di Giampietro Vigorelli (direttore artistico pubblicitario dell’agenzia D’Adda Lorenzini Vigorelli BBDO) ci parla di marketing. E, ovviamente, lo fa riferendosi al campo musicale che più gli compete. Il panorama musicale è in forte ripresa ma, nonostante tutto, non muove più i soldi di prima della crisi. La risposta delle case discografiche non si è però fatta attendere ed hanno imparato fin da subito a diversificare. Sono sempre più frequenti gli artisti che si prestano come testimonial di marchi che investono in pubblicità. Ne parliamo con Jake La Furia, rapper del Club Dogo, e con suo padre Gianpietro Vigorelli dell’Agenzia Dlv Bbdo, uno tra i maggiori pubblicitari italiani.
Jake la Furia
Francesco entra in contatto con l’hip hop attraverso il writing, che comincia a praticare intorno al 1993. Deve il suo primo nickname alla sua tag, cioè Fame. Poco più tardi approda all’MCing, divenendo uno degli MC più noti della zona milanese. Insieme ai compagni Gué Pequeno e Dargen D’Amico forma i Sacre Scuole.
Nel 1999 pubblica assieme al gruppo il loro primo disco, 3 MC’s al cubo. Nel 2001 il gruppo si scioglie e Jake e Gué Pequeno formeranno assieme a Don Joe il gruppo Club Dogo .
Nel nuovo gruppo, Vigorelli cambiò il nickname Fame in Jake La Furia, in tributo al personaggio Jake the Muss del film Once Were Warriors – Una volta erano guerrieri.
Dal 2012 Jake tenta la carriera da solista. Il 10 settembre 2013 è stato pubblicato su YouTube il videoclip del brano Musica commerciale, traccia d’apertura dell’album omonimo pubblicato il 29 ottobre dello stesso anno. Dieci giorni più tardi, è stato pubblicato il singolo Inno nazionale sull’iTunes Store, che ha raggiunto la posizione numero 14 della classifica italiana dei singoli. Musica commerciale ha debuttato alla seconda posizione della classifica italiana degli album ed ha vinto il disco d’oro.
L’economia della musica
Dopo anni di forte crisi l’economia della musica è finalmente in ripresa grazie allo streaming e alla capacità di diversificazione che le aziende stanno mostrando. Un esempio? Sempre più cantanti diventano veri e propri influencer ed iniziano a sponsorizzare prodotti molto diversi tra loro che vanno dalla moda, alla cosmetica passando per il cibo.
Il genere musicale della scena rap poi, si presta molto bene in quanto canta di vita vissuta e ‘stili di vita’ rappresentati anche dagli oggetti che si hanno o si vorrebbero avere.
Come spiega Jake, negli anni i soldi investiti nella musica sono andati in calando. Il fatto che subentrassero i brand apportando nuove liquidità ha permesso di rialzare i budget.