Wami è una startup tutta italiana, ideata da Giacomo Stefanini, nata con una missione sociale: costruire pozzi in Africa. Può sembrare anacronistico o, addirittura, irrealistico ma la triste realtà è che nel mondo più di 700 milioni di persone non hanno accesso a fonti di acqua potabile. Giacomo Stefanini, durante gli studi in Corporate Social Responsibility, ha sviluppato Wami, la startup con un principio tutto suo alla base: “Buy one, give one”, “compi uno e dai uno”. Trasformare un acquisto in un’azione di solidarietà.
L’idea che sta alla base di Wami, acronimo che sta per “water with a mission” è piuttosto semplice: comprando una bottiglia di acqua proveniente dai ghiacciai delle Alpi, potrai donare 100 litri di acqua alla popolazione del Senegal.
Il progetto Wami
Il progetto si prefigge di costruire un acquedotto che riuscirà a raggiungere 53 famiglie nella regione africana di Tenghory. Per poterlo fare Wami ha iniziato a collaborare con la Fondazione Acra. E’ anche stata realizzata la WAMI Urban bottle: una borraccia realizzata in acciaio inossidabile 18/8. Leggera ed ecosostebibile perchè riutilizzabile all’infinito e CO2 neutral. Ma questo è già il secondo progetto ideato da Wami: già nel 2016 sono riusciti ad inaugurare un pozzo in Etiopia. Così facendo sono riusciti a portare acqua, partendo dalla scuola di Ilu Dhina, in etiopia, a 1200 persone.
Come funziona Wami?
Si parte dalle Alpi, a 650 metri sul livello del mare per poi arrivare a portare acqua dove più ce n’è bisogno. Come?
Una volta individuato il luogo ideale dove costruire il pozzo (tenendo conto di bisogni, falda acquifera e sottosuolo) si passa a pianificare il progetto vero e proprio e costruire la struttura necessaria.
La vendita dell’acqua, rigorosamente imbottigliata con materiale riciclabile, serve a finanziare il progetto. Solo dopo aver realizzato il progetto, WAMI recupera l’investimento tramite la vendita delle bottiglie. In questo modo chiunque acquista una bottiglia di Wami può già sapere quale progetto sta finanziando. Ma non finisce qua! Il progetto va oltre e prevede anche una fase per istruire la popolazione a mantenere la struttura in modo ottimale.
Wami punta sulla trasparenza
Stefanini, afferma:
La parola chiave è trasparenza dato che chi acquista Wami sa già quale opera sta sostenendo. Bottiglia dopo bottiglia, grazie al contributo che ognuno vorrà dare per sostenere il nostro progetto, vogliamo dare l’accesso all’acqua potabile al maggior numero possibile di persone nel mondo.
A riprova che la trasparenza viene presa in gran considerazione c’è la possibilità di monitorare costantemente a quale progetto verrà destinato il denaro. Basta andare sul sito Chi compra può poi verificare direttamente sito dell’azienda .